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La Turchia Colpisce Le Criptovalute: Si Valuta Una Transaction Tax - Spaziocrypto
Da Mattia Mezzetti Immagine del profilo Mattia Mezzetti
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La Turchia Colpisce Le Criptovalute: Si Valuta Una Transaction Tax

All'interno di una corposa riforma fiscale, il governo turco ha inserito una transaction tax che colpirà tutte le transazioni effettuate in criptovaluta.

Il governo turco è notoriamente poco amico delle criptovalute. Chi desiderasse un'ulteriore dimostrazione la ha avuta in seguito alla recente idea di introdurre una cosiddetta transaction tax: un'imposta dello 0,03% sulle transazioni legate al cryptotrading. La mossa è parte di una più profonda revisione fiscale voluta dal Ministero dell'Economia e giustificata, almeno sulla carta, dal deficit di bilancio che ha colpito il Paese dopo il tremendo terremoto di inizio 2023.

Nuova Transaction Tax, vecchio Approccio alle Criptovalute

La mossa rimanda al consueto approccio del governo turco alla finanza decentralizzata, da sempre malvista all'esecutivo, e propone una nuova imposta nella regolamentazione delle transizioni finanziarie. Gli esperti di Bloomberg hanno già analizzato la nuova tassa, non appena il governo turco l'ha resa nota e ha concluso che una misura di questo genere potrebbe essere una sorta di manna per le casse turche. Secondo gli analisti del noto aggregatore finanziario:

"Il Ministero delle Finanze turco sta valutando l'introduzione di una transaction tax dello 0,03% sul trading di criptovalute, diventato popolare tra gli investitori turchi retail che cercano una copertura contro la debolezza della lira e l'inflazione dilagante. Secondo le proiezioni ufficiali, la decisione porterebbe 3,7 miliardi di lire ogni anno."

Un'importante Riforma Fiscale

Il governo turco ha varato una riforma fiscale di dimensioni imponenti. Questa dovrebbe generare ben 226 miliardi di lire turche - circa 7 miliardi di dollari - che corrispondono allo 0,7% del PIL nazionale. Mehmet Simsek, Ministro del Tesoro e delle Finanze di Recep Tayyip Erdogan, ha redatto una bozza di legge e l'approvazione del Parlamento si attende entro la fine di giugno.

All'interno del pacchetto, la transaction tax mira a sfruttare la crescente popolarità del trading di criptovalute, che si sta diffondendo a macchia d'olio nel Paese. Gli investitori desiderano infatti coprirsi dall'inflazione e dal deprezzamento della valuta. Quando sarà autorizzata (è più una questione di quando che di se) la riforma segnerà il più grande cambiamento fiscale in Turchia negli ultimi due decenni.

È sensato inserire le criptovalute all'interno dei valori da tassare, dal momento che, come abbiamo approfondito qualche giorno fa qui su SpazioCrypto, ci troviamo in una fase in cui i token stanno acquisendo sempre maggior popolarità a livello mondiale.

La Transaction Tax segna un'Inversione di Rotta

È facile prevedere che il governo Erdogan approverà la riforma, dal momento che questa è la volontà del sultano e, come sappiamo, la sua amministrazione è democratica solo in apparenza dato il potere di cui si è impossessato nell'era geologica in cui è stato capo di Stato. Attenzione però a dare il tutto troppo per scontato perché, nonostante il proprio potere, il presidente è spesso andato incontro a rallentamenti nella sua opera di governo. Specialmente quando si è trattato di regolamentare e normare tasse sulle transazioni finanziarie.

In passato, Erdogan e i suoi avevano sempre negato che si sarebbero rivalsi sui guadagni legati alle criptovalute e alle azioni a loro legate. L'avversione dell'esecutivo al settore, ad ogni modo, è cosa nota e nessun membro dello staff governativo turco ha mai negato l'eventualità dell'imposizione di tasse, molto limitate, su questo tipo di transazioni. La transaction tax segna dunque il definitivo superamento di quella soglia ipotetica. La motivazione di questa scelta l'ha data lo stesso ministro Simsek, il quale ha dichiarato:

"La Turchia mira a non lasciare alcuna area non tassata al fine di fornire giustizia ed efficacia nella tassazione."
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