Sei Clienti Di Coinbase Accusano L'Exchange Di Violare Le Leggi Sulle Securities
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Da Mattia Mezzetti Immagine del profilo Mattia Mezzetti
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Sei Clienti Di Coinbase Accusano L'Exchange Di Violare Le Leggi Sulle Securities

Sei utenti di Coinbase hanno fatto causa all'exchange, accusandolo di violare le leggi statunitensi sulle securities finanziarie.

Stiamo vivendo un periodo caratterizzato da due fenomeni, all'interno del mondo delle criptovalute. Da una parte, assistiamo a un vero e proprio rinascimento della fiducia degli investitori nei loro confronti, dovuto principalmente al recente e importante apprezzamento di Bitcoin. Dall'altra, non possiamo fare a meno di prendere atto del fatto che vi siano continui procedimenti penali che riguardano condotte illegali tenute dai principali attori del settore.

Pochi giorni fa, abbiamo approfondito il processo contro Changpeng Zhao, ex CEO di Binance. Oggi, andiamo a occuparci di una class-action, firmata da alcuni clienti del noto exchange, Coinbase Global. Gli utenti hanno trascinato in tribunale due sussidiarie: Coinbase, Inc. e Coinbase Asset Management, LLC.

Errore di Forma o Intenzione Truffaldina?

Destinatario del provvedimento è Brian Armstrong, CEO di Coinbase, il quale è stato citato in giudizio lo scorso 5 maggio. Le motivazioni della causa sono legate al fatto che tutti gli asset digitali a listino sarebbero delle securities: da Solana (SOL) a Polygon (MATIC); da Near Protocol (NEAR) a Decentraland (MANA); da Algorand (ALGO) a Uniswap (UNI) e da Tezos (XTZ) a Stellar (XLM).

Dal momento che si tratta di securities, sostengono i querelanti, questi prodotti dai confini ben definiti dovrebbero rispettare la legge sui contratti di investimento, regolati negli USA in maniera chiara e ferma da apposite norme. Secondo i firmatari della class action, non ci troviamo di fronte a una svista, bensì a una chiara intenzione di aggirare le misure di legge.

Che Cosa Sono le Securities?

Nel lessico finanziario, la parola security (e il suo plurale, securities) denota quello che, in italiano, potremmo definire un valore mobiliare. Si tratta di asset finanziari negoziabili, i quali possono comprendere due famiglie di prodotti. La prima è quella comprendente i titoli di massa, la seconda riguarda invece gli strumenti derivati. I titoli, com'è noto, possono a loro volta suddividersi in azioni, ovvero titoli di capitale, e obbligazioni, dunque titoli di debito.

Le caratteristiche che definiscono le securities sono le seguenti:

  • si tratta di beni fungibili per i quali il valore assegnato prevale sull'oggetto individuale. Due valori mobiliari riferiti allo stesso prodotto sono identici e non presentano alcuna differenza;
  • l'importo del singolo titolo è identico a quello degli altri emessi assieme a lui (parliamo di identità del valore nominale) e ogni emissione si compone di numerosi titoli messi a disposizione degli investitori;
  • pur esistendo numerose tipologie e sotto-tipologie delle stesse securities, ciascun titolo dello stesso tipo, sotto-tipo ed emesso nello stesso momento assegna al suo detentore gli stessi diritti;
  • tramite acquisto, una security cede diritti su un bene avente valore;
  • è possibile vendere, acquistare e ritirare sul mercato finanziario delle securities, tramite compravendita, qualunque titolo negoziabile il quale, proprio in virtù della sua negoziabilità, è soggetto a un valore variabile nel tempo.

Alla Ricerca di una Rescissione

I querelanti sono Gerardo Aceves, Thomas Fan, Edwin Martinez, Tiffany Smoot, Edouard Cordi e Brett Maggard, dalla Florida e dalla California. I 6 hanno chiesto una rescissione completa e immediata del loro contratto con Coinbase e richiedono all'attore finanziario i danni e un'ingiunzione per averli resi complici di una truffa ai danni dello Stato federale. A loro avviso, è lo stesso contratto iniziale a tradire l'exchange.

Su esso, infatti, si legge chiaramente come Coinbase si definisca un broker di securities. Per tal motivo, il servizio viola le leggi finanziarie in maniera intenzionale, ripetuta e riconosciuta. L'accusa, compilata dal procuratore della Corte distrettuale americana per il distretto della California del Nord, con sede a San Francisco, recita inoltre:

"Questo intero modello di business si regge su un sogno e una bugia. La bugia è l'affermazione secondo la quale Coinbase non venderebbe securities e il sogno è che, essendo consapevoli della possibilità di venire scoperti, è meglio chiedere perdono piuttosto che permesso."

Insomma, le accuse sono abbastanza pesanti. Specialmente in un contesto come quello di Coinbase, un servizio che molto spesso si trova coinvolto in schermaglie legali con la SEC, la Commissione per le Securities e le compravendite finanziarie. La controargomentazione dell'exchange resta sempre la stessa: la vendita secondaria di assets in criptovaluta non costituisce security.

La Difesa di Coinbase

In risposta alla causa, Coinbase ha patteggiato, come diremmo in Italia. In sostanza, l'exchange ha firmato un appello interlocutorio immediatamente dopo che il giudice ha dato il via libera al procedimento, confermando la sussistenza delle accuse mosse dai querelanti.

D'altra parte, Coinbase appare in grande forma, avendo messo a verbale lauti guadagni durante il primo quadrimestre 2024. I ricavi transazionali del servizio sono triplicati rispetto ai primi mesi di apertura e le transazioni dei clienti tra gennaio e aprile hanno comportato un incasso di 935 milioni di dollari, quasi il doppio dello stesso valore a fine 2023. In una fase come questa, ha senso chiudere velocemente ogni ingiunzione e concentrarsi sulla massimizzazione degli introiti.

Su Spaziocrypto, seguiremo lo sviluppo di questa e delle altre vicende legali che stanno caratterizzando questo preciso momento nella storia delle criptovalute.

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