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Da Mattia Mezzetti Immagine del profilo Mattia Mezzetti
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Donald Trump E Le Criptovalute: Bitcoin Come Terreno Di Scontro Elettorale

Donald Trump, storicamente critico nei confronti delle criptovalute, appare ora più conciliante. Che cosa c'è dietro questo cambiamento di opinione?

Sarà che le presidenziali USA del prossimo 5 novembre si avvicinano a grandi passi, ma il nome di Donald Trump è sempre più spesso tirato in ballo, e viene anche legato alle criptovalute. A volte non dipende da lui, come vi abbiamo raccontato qui su Spaziocrypto pochi giorni fa, quando abbiamo parlato della memecoin MAGA, ma in altre occasioni, il candidato presidenziale repubblicano c'entra direttamente.

Il secondo capitolo della battaglia Trump - Biden sarà, a quanto prevedono gli esperti, una sfida piuttosto serrata. Nello scontro politico che vede contrapposti i due candidati, che comunemente chiamiamo campagna elettorale, sono entrate in questi giorni anche le criptovalute. A onor di cronaca, in realtà vi sono state tirate dentro, ma questo poco importa: quel che ci interessa qui approfondire è che il miliardario newyorchese, storicamente piuttosto avverso al mondo cripto, parrebbe aver assunto una posizione più conciliante.

"Un Avvenire Solido e Positivo!" Parola di Donald Trump

In una recente intervista, il tycoon ha definito solido e positivo l'avvenire delle criptovalute, quello stesso strumento che fino a poco tempo fa riteneva opaco e truffaldino. Il cambiamento di opinione è chiaramente sospetto, specie perché avviene sotto elezioni e potrebbe dunque, verosimilmente, trattarsi di un tentativo di strumentalizzazione per aggiudicarsi i voti dei - tanti - entusiasti statunitensi nei confronti delle criptovalute.

C'è da Fidarsi?

Donald Trump ha parlato di finanza decentralizzata nella sua ormai celebre tenuta di Mar-a-Lago, dove l'8 maggio ha incontrato un gruppo di potenziali sostenitori che detengono apertamente token non fungibili, o NFT, e per ingraziarseli ha tenuto toni accomodanti riguardo a questi strumenti che, fino a poco fa, riteneva basati sul nulla e utili soltanto a sostenere lo spaccio di droga.

Alla luce di ciò, è piuttosto probabile che la comunicazione di Trump sia interessata e non rispecchi veramente il suo pensiero. Va però detto che la strategia è comprensibile, non solo perché - forse - il candidato repubblicano potrebbe strappare qualche voto in più, mostrandosi più aperto verso questa finanza, bensì anche perché la community statunitense delle criptovalute è apertamente critica nei confronti della politica di Biden.

Le Critiche a Joe Biden

L'astio della community delle cripto contro l'attuale presidente democratico è dovuta alla minaccia (soltanto proferita e mai concretizzata, neppure lontanamente) di Biden di porre il veto, come può sempre fare, per la legge americana, l'inquilino della Casa Bianca, alla misura H.J. Res. 109 della SEC. SI tratta di un provvedimento che riguarda molto da vicino le criptovalute, consentendo alle istituzioni finanziarie regolamentate negli USA di custodirle e trattarle sul mercato.

L'esistenza di questa legge agevola l'utilizzo dei token in territorio statunitense e garantisce loro un riconoscimento apprezzato da molti investitori e addetti ai lavori. Numerosi pesi massimi del settore si sono detti da sempre favorevoli alla 109, da Charles Hoskinson (cofondatore di Ethereum e fondatore di Cardano) a Ryan Selkis (CEO della società di analisi Messari, una delle più autorevoli in materia di blockchain).

Hoskinson ha esplicitamente affermato, sul suo profilo X, che un voto a Biden equivale a uno contro l'industria americana delle criptovalute, aggiungendo che se Trump aveva sostanzialmente ignorato questo mondo, il suo successore sembra volersi impegnare per distruggerlo. La sua posizione politica appare chiara e, probabilmente, numerosi compatrioti attivi nella finanza decentralizzata la penseranno più o meno alla stessa maniera.

Quanto Interessano davvero le Criptovalute a Donald Trump?

Ad ogni modo, ci sono anche membri della crypto community meno attratti da Trump, secondo i quali il miliardario non sarebbe che un'opportunista che vuole passare da innovatore, pur non essendolo affatto. Il motivo per cui il tycoon avrebbe cominciato ad accettare donazioni in Bitcoin e altre criptovalute non sarebbe dovuto a un cambiamento di opinione sul settore, ma alle sue grane finanziarie.

Quel che appare evidente è che nessuna delle due parti politiche sia particolarmente attratta dalle criptovalute. Ciò non deve stupire, considerato che parliamo di due candidati che devono il loro agio economico alla finanza vecchio stile e hanno un'età che li allontana molto dallo spirito di innovazione che contraddistingue il movimento. Ciononostante, per ipocrita e approssimativo che sia, il tentativo di Donald Trump potrebbe fruttargli qualche voto in più alla fine. Tra due mali, non va escluso che taluni rappresentanti della comunità delle cripto, alle urne, premino il minore.

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