XRP, la Lunga Storia del Veterano dei Token
Ripple è una tecnologia basata su blockchain che funge da sistema di pagamento digitale, nonché da rete di cambio valute.
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Te ne sei accorto anche tu, non è vero?
Sto parlando di quanto il mondo delle criptovalute si evolva ad una velocità disarmante.
Nuovi token, nuove aziende, nuove regolamentazioni. Ogni giorno, Google viene letteralmente riempito da una quantità di news e informazioni davvero imponente.
Come se un solo giorno del mondo crypto contenesse l’equivalente di un anno intero di progresso.
E allora, potremmo affermare che una criptovaluta nata 12 anni fa sia, in un certo senso, un “fossile” tra le criptovalute.
Beh, proprio tra quei fossili si trova XRP, una delle cripto più datate, ma che ancora oggi riesce a far parlare di sé, per diversi motivi molto interessanti.
Ripple è il nome dell’azienda alle spalle di XRP: transazioni internazionali, velocità e sostenibilità, il tutto a costi contenuti.
Com’è possibile? Tutto quello che devi sapere, te lo spiego in questo articolo.
Ti presento Ripple…
Ma quindi, esattamente, cos’è Ripple?
Per prima cosa è bene ricordare che Ripple nasce nel 2012, in coda soltanto a Bitcoin e Litecoin, nate rispettivamente nel 2009 e 2011. Il suo obiettivo principale è quello di facilitare gli scambi internazionali rendendosi sicuri, veloci, e a basso costo.
Per questo motivo, Ripple è una tecnologia basata su blockchain che funge da sistema di pagamento digitale, nonché da rete di cambio valute.
Nulla di diverso dal tuo normale servizio di home banking, insomma, se non fosse che l’obiettivo del protocollo è proprio quello di superare i limiti del sistema tradizionale SWIFT nel compimento delle transazioni internazionali.
…ed il suo token XRP
Per non farsi mancare nulla, Ripple ha deciso di sviluppare la propria criptovaluta nativa, chiamata XRP, utilizzata sulla rete Ripple (chiamata RippleNet). Questa è l’infrastruttura che permette alle banche di compiere operazioni internazionali a basso costo, dove XRP rappresenta il “ponte” tra valute.
Il ponte?
Esatto, perché tra le caratteristiche di XRP c’è proprio quella di fornire liquidità immediata in altre valute. Ecco come:
Quindi, cosa c’è di diverso e di vantaggioso?
Nulla, se non l’immediatezza dell’operazione, e l’abbattimento dei costi dovuti all’eliminazione degli intermediari (tipo le banche corrispondenti), che solitamente fanno lievitare i costi di transazione.
Non male, vero?
Ma non è certo finita qua. Ora voglio darti tre parole chiave che sono fondamentali per conoscere la criptovaluta XRP: velocità, sostenibilità, liquidità.
Perché? Te lo spiego subito.
XRP: quando la velocità non è un optional
Uno dei must delle transazioni XRP è la velocità.
Come ho già accennato, le transazioni in XRP sono immediate, ma forse quello che sto per dirti rende meglio l’idea.
Se ti dicessi che una transazione con XRP viene elaborata dai 3 ai 5 secondi? Immagino non dica molto.
Allora proviamo così: una transazione con Bitcoin conta tempi di elaborazione che vanno dai 10 ai 20 minuti. Una transazione con Ethereum, ben più rapida, vanta tempi dai 10 ai 20 secondi, ma in ogni caso più lunghi di XRP.
Infatti, XPR non necessita di un Layer 2 che ne migliori la scalabilità, considerando che la rete XRP può arrivare a gestire fino a 1.500 transazioni al secondo, contro le 7 di Bitcoin, o le circa 30 di Ethereum.
Liquidità, dove e quando vuoi
Parlando di liquidità, XRP è un po’ come il Netflix delle criptovalute.
È disponibile su una grandissima quantità di piattaforme di scambio, potendo essere scambiato con tantissime altre valute, e proprio quando ne hai bisogno.
Non per niente questo sistema è definito On-Demand Liquidity (ODL).
Ciò consente di abbattere i rischi durante le transazioni: essendo largamente disponibile sul mercato è infatti possibile acquistarlo e venderlo senza dover subire l’influsso della volatilità durante i tempi di attesa.
Certo, questo non è un aspetto che può influire sulla singola transazione XRP che effettui magari una volta a settimana.
Ma se invece considerassimo una grande banca mondiale, che effettua milioni di transazioni al giorno?
Ecco spiegato il motivo per cui la liquidità di XRP è un elemento a cui davvero non si può rinunciare.
Per fare un albero, ci vuole XRP
L’aspetto ambientale quando si parla di criptovalute non è assolutamente da sottovalutare.
E credimi, quello che sto per dirti non è affatto una presa in giro (magari lo fosse). Ma tu lo sai quanto consuma una singola transazione effettuata in Bitcoin?
Può arrivare a consumare 215 kWH per singola transazione.
Significa 403 kg di CO2.
Significa alimentare una casa per circa una settimana.
Certo, la blockchain Bitcoin si basa sul Proof-of-Work, un meccanismo risaputamente molto dispendioso in termini di energia considerando lo sfruttamento della potenza di calcolo dei computer.
XRP, che non si basa sul meccanismo PoW, bensì sul Ripple Protocol Consensus Algorithm (RPCA) produce all’incirca 0,0079 kWh per transazione, un ammontare decisamente trascurabile e con riscontri ambientali particolarmente positivi.
Infatti, Ripple ha dichiarato la sua personale lotta all’inquinamento digitale garantendo transazioni green tramite XRP, e promuovendo un futuro carbon neutral sostenendo diverse iniziative ecologiche per compensare le emissioni.
Tutto sembra davvero così perfetto, non pensi? Ma quindi, come si fanno…
Mining e staking di XRP
Ahimé, purtroppo né il mining, né lo staking di XRP sono possibili.
XRP, essendo un token “pre-minato”, non utilizza il mining per l’immissione di nuove monete in circolazione, a differenza di tante altre criptovalute.
Il processo di immissione sul mercato di XRP può simpaticamente venire definito come dentro o fuori.
Infatti, al momento del lancio vennero creati ben 100 miliardi di token, che rappresentano la totalità della fornitura disponibile. Il che significa che o possiedi token, o non potrai possederne, se non acquistandoli.
Per quanto riguarda lo staking, il protocollo RPCA non prevede che i validatori dei nodi vengano ricompensati con XRP. Ecco come funziona:
Il marketing in casa Ripple
Dato il suo ambizioso progetto di posizionarsi come soluzione per banche e grandi intermediari finanziari, il marketing di Ripple ha subito un percorso particolare.
A differenza degli altri competitors che hanno potuto puntare ad un target retail, Ripple ha dovuto vendere il suo XRP ed i suoi servizi al settore istituzionale, piuttosto di concentrarsi sul consumatore medio, promuovendo il suo come un prodotto professionale per banche.
Non un’impresa di poco conto.
Per questo motivo si è avvalsa di collaborazioni davvero importanti come quella con Santander e Standard Chartered, due grandi istituzioni finanziarie internazionali, ognuna con una presenza significativa nel settore bancario globale.
Tuttavia, questa ardita campagna di marketing non ha risparmiato Ripple da problemi di natura legale.
Data la particolarità del suo approccio, Ripple è stata denunciata nel 2020 dalla Securities and Exchange Commission (SEC) per aver immesso sul mercato un titolo non registrato.
La raccolta è stata stimata in 1,3 miliardi di dollari che la società avrebbe raccolto senza seguire le normali procedure previste per l’emissione di un titolo (security) prevista negli USA.
Una mossa azzardata, o semplicemente un tentativo da parte del governo americano di mettere a Ripple i bastoni tra le ruote?
La causa ha subito risvolti importanti a favore di Ripple, ma a questo punto possiamo aspettarci davvero di tutto:staremo a vedere.
Il futuro di Ripple (tra guai ed opportunità)
Nonostante sia una delle aziende più anziane nel panorama cripto, Ripple ha ancora tante carte da giocare.
Tuttavia, non sono mancate le sfide che ha dovuto affrontare durante il suo lungo cammino. Una fra tutte è la causa con la SEC, in particolare negli Stati Uniti, che ha messo Ripple in seria difficoltà.
Come già detto nel paragrafo precedente, l’azienda è stata infatti accusata di aver venduto XRP come un titolo non registrato. Sebbene soltanto nel 2023 si sia raggiunta la conclusione che XRP non sia un titolo, il decorso di questa lunga causa ha generato una prevedibile compressione del valore del token nel corso del tempo.
E non è di certo da escludere che l’inasprimento delle normative da parte dei governi di tutto il mondo rendano comunque più difficoltoso l’utilizzo di XRP.
In ogni caso, Ripple si sta espandendo nei cosiddetti mercati emergenti, dove i sistemi bancari risultano ancora obsoleti, e rappresentano un terreno davvero fertile dove la domanda di pagamenti rapidi ed economici è molto elevata.
Dal punto di vista ambientale, Ripple ha dichiarato di rendersi carbon neutral entro il 2030, anche attraverso l’acquisto di crediti di carbonio, come parte della sua strategia per compensare le emissioni non riducibili.
Tirando le somme…
XRP si dimostra come una criptovaluta davvero straordinaria, dalla lunga storia segnata da problematiche e successi.
L’obiettivo ambizioso, la cura verso la sostenibilità e le peculiarità tecniche del token lo rendono davvero inimitabile, lasciando aperte le porte all’incertezza.
Infatti, Nessuno può dire quale destino segnerà l’azienda, ma di certo non si può negare come i numerosi servizi e le diverse caratteristiche di questo token siano unici e fuori dal comune.
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