Più Del 75% Di Tutti I Bitcoin È Rimasto Fermo Negli Ultimi Sei Mesi
Il 75% di tutti i Bitcoin in circolazione è rimasto fermo nel corso degli ultimi 6 mesi, nonostante il trend ribassista.
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I dati di onchain sugli ultimi movimenti dei wallet di Bitcoin sono stati pubblicati da poco e hanno restituito dati interessanti da analizzare. Negli ultimi sei mesi o, in non pochi casi, anche più tempo, circa tre quarti di tutti i Bitcoin in circolazione non sono stati movimentati.
Il Grafico Utilizzato
La rilevazione è frutto dei dati elaborati da Glassnode, la società che ha realizzato un chiaro, nel senso di facilmente intellegibile, grafico HODL waves. Con questo nome si indicano le rappresentazioni visuali degli ultimi movimenti sulla blockchain, raccolti al fine di fornire una visione macro degli andamenti di BTC detenuti all'interno dei vari wallet.
Quel che appare particolarmente interessante è il fatto che oltre il 74% dei Bitcoin non è stato spostato dal primo gennaio 2024 in poi. Eppure, il valore della valuta è sceso del 21% rispetto ai suoi massimi storici
Bitcoin e i Cassettisti
L'elevata percentuale di investitori cassettisti predisposti all'holding - ovvero più intenzionati a conservare i propri asset che a venderli non appena si alzi il prezzo, come fanno invece gli speculatori - suggerisce che molti prediligono conservare i propri BTC, gestendoli come vera e propria riserva di valore. Qualcuno potrebbe aver deciso di agire in questa maniera perché progetta di vendere durante un momento di rialzo del valore di BTC, mentre qualcun altro, forse, attende che le cripto acquisiscano uno status assimilabile, a tutti gli effetti, a quello delle valute fiat. Solo a quel punto inizierà a disfarsene, trattandole alla stregua dei sistemi valutari che maneggiamo ogni giorno.
Nonostante nascano, pressoché continuamente, nuove valute, gli investitori riconoscono maggiore affidabilità ai sistemi più datati, come Bitcoin ed Ethereum, tanto per il loro valore più elevato quanto per la più ampia diffusione. La tendenza all'holding, inevitabilmente, riduce l'offerta di BTC disponibili al trading. Ciò comporterà, nel breve e medio periodo, un rialzo del prezzo di Bitcoin, dovuto ad aumento della domanda e riduzione dell'offerta.
Il Panic Selling minaccia Bitcoin?
Nessuna delle considerazioni appena messe in evidenza deve stupire il lettore. Molti degli investitori in criptovalute, e in Bitcoin in particolare, sono entusiasti di lungo corso e non hanno intenzione di disfarsi anzitempo dei loro asset; preferiscono infatti attendere che le cripto si affermino come metodo di pagamento alternativo, affiancando il contante e i sistemi di pagamento digitale nell'operatività quotidiana.
Naturalmente, nessuno sa quando (e se) ciò succederà, ma si tratta naturalmente dell'obiettivo, più o meno dichiarato, di questi metodi di pagamento. In alcuni Paesi, questo processo è già avviato. A questo riguardo, è stretta attualità la notizia che nella città di Dubai sarà possibile pagare i propri dipendenti in criptovalute.
Accanto a questa categoria di investitori ne troviamo anche un'altra, composta da individui più impulsivi. È quella dei cosiddetti holder a breve termine, i quali non hanno alcun interesse a custodire le proprie valute e preferiscono cederle non appena siano in grado di fruttare loro un valore più alto di quello di acquisto. Si definisce a breve termine ogni risparmiatore che detenga BTC, o un'altra criptovaluta di riferimento, da meno di 155 giorni.
Questa tipologia di investitori è quella a rischio panic selling, come si suol dire, ovvero portata a vendere rapidamente, senza pensarci troppo, non appena il valore di Bitcoin, o della valuta di cui sono in possesso, inizi a scendere, per diversi giorni consecutivi. Non essendo abili pianificatori, e non disponendo di molta pazienza, preferiscono infatti proteggersi da possibili perdite ulteriori, vendendo non appena il proprio portafoglio cominci a perdere di valore in maniera costante e, a loro avviso, inesorabile.
Abbiamo spesso assistito a operazioni di panic selling impulsivo, negli anni precedenti, in occasione dei deprezzamenti delle criptovalute. Questo fenomeno gioca un importante ruolo nella loro svalutazione. Come ha scritto su X, l'ex Twitter, James Check, un noto analista onchain, il momento che stiamo vivendo non è nulla di nuovo:
Il Ruolo della Paura
In generale, il sentiment di mercaro nei confronti di Bitcoin è ancora fortemente ribassista. La valuta, da parte sua, sta oscillando. Durante lo scorso fine settimana ha superato i 60mila dollari ma poi, lunedì, è nuovamente tornato sotto i 59mila (58.619, nel momento in cui si scrive).
Il Crypto Fear & Greed Index ha fatto segnare un punteggio di 28, in pieno territorio di paura. Di fatto, non vedevamo un simile valore dal dicembre 2022. Il momento è piuttosto negativo per le criptovalute, e si attende un rimbalzo.
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