L'Iran Dietro Al Crollo Di Bitcoin
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Da Mattia Mezzetti Immagine del profilo Mattia Mezzetti
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C'è L'Iran Dietro Al Crollo Di Bitcoin?

Dietro al recente crollo verticale di Bitcoin ci sarebbe l'Iran, che ha pagato in questo modo il recente attacco con droni contro Israele.

Durante la notte del 13 aprile, con il favore delle tenebre, una serie di speculazioni su Bitcoin ha causato un crollo verticale del prezzo della criptovaluta. Chi è pratico del settore sa bene che la volatilità, in questo mondo, è piuttosto elevata e le operazioni speculatorie sono sempre dietro l'angolo. In questa occasione, però, ci sarebbe un responsabile noto e le sue azioni sarebbero dettate da una regia politica.

A quanto pare, infatti, la Repubblica Islamica dell'Iran avrebbe direttamente causato il caos, in quanto aveva bisogno di un modo rapido per finanziare il suo attacco contro Israele.

L'Operazione Iraniana

Siamo tutti a conoscenza di che cosa stia accadendo sul quadrante geopolitico mediorientale e i media ci informano costantemente delle scaramucce tra Iran e Israele, avversari decennali, sullo sfondo dello scontro tra lo stato ebraico e i terroristi palestinesi di Hamas. La guerra causa quotidianamente decine di morti, se non di più, gran parte dei quali sono civili. Qualche giorno fa, l'Iran ha scatenato un attacco con droni contro lo stato sionista e, secondo analisti ed esperti del settore della finanza decentralizzata, ha pagato quell'azione di guerriglia grazie a una speculazione sulle cripto.

Teheran, o chi per lei, ha dapprima venduto gran parte delle sue riserve di BTC e poi scommesso pesantemente sui futures. L'operazione ha garantito alla Repubblica Islamica un guadagno immediato nell'ordine delle centinaia di milioni di dollari.

La Speculazione in Sintesi

Secondo la ricostruzione di Elham Makdoum, esperto di geopolitica delle criptovalute intervistato dal Giornale, l'Iran avrebbe venduto una cospicua fetta delle sue riserve di Bitcoin quando il prezzo era ancora attorno ai 67mila dollari e poi scommesso sulla riduzione del valore di mercato di BTC. Dal momento che erano loro stessi a causare il deprezzamento, non potevano non vincere tale scommessa.

Di fatto si è trattato di un attacco a tenaglia, su due direttrici, tanto per mantenere la metafora bellica. Secondo Makdoum:

"È stata un'operazione violentissima. In una notte abbiamo visto un crollo nel valore dei Bitcoin che non vedevamo da marzo. Sul mercato tradizionale sono andati in fumo 130 milioni di dollari, in quello dei futures 1,5 miliardi. Di questi, 1,1 sono finiti a Teheran."

L'Iran e le Criptovalute, una Relazione Duratura

Sono ormai anni che il Paese degli Ayatollah è attivo nel settore delle criptovalute. Il rapporto del Paese con la finanza decentralizzata non è tutto rose e fiori, come si suol dire, ma il mining è molto diffuso nella Repubblica Islamica. Basti pensare che soltanto quello legale svolto a tali latitudini corrisponde più o meno al 5% del mercato globale.

L'Iran non è certo l'unico governo a includere Bitcoin e cripto nella sua strategia di sviluppo. Anche i suoi storici alleati, Houthi e Hezbollah, attivi in Medio Oriente, possono contare su invidiabili riserve di BTC e altre valute che utilizzano come tesoretto di scorta sia per finanziare le proprie operazioni politiche e militari sia per aggirare le sanzioni occidentali, le quali non si ripercuotono sulla finanza decentralizzata.

Mantieniti aggiornato con le news di SpazioCrypto per restare sempre al passo con le ultime informazioni che legano i mondi della finanza e della politica. Pochi giorni fa abbiamo approfondito la strategia asiatica per attirare investitori in criptovalute sulla Borsa di Hong Kong.

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