Il 40% degli investitori in criptovalute nel Regno Unito (UK) ha dichiarato che le proprie banche hanno bloccato o ritardato le transazioni verso piattaforme cripto.
Il risultato emerge da un sondaggio condotto da IG Group e riportato da CoinTelegraph. IG Group ha intervistato 500 utenti cripto attivi e 2.000 adulti nel Regno Unito. Una delle principali evidenze è che, per molti trader retail, l’accesso agli asset digitali e al settore cripto britannico rimane difficile, nonostante la legalità delle criptovalute nel Paese.
“Ci troviamo in una situazione dannosa in cui milioni di persone vengono di fatto escluse dal mondo cripto solo a causa della banca con cui hanno un conto. Questo comportamento è nel migliore dei casi anti-consumatore, nel peggiore anti-competitivo — e non ha il sostegno dell’opinione pubblica”, ha dichiarato Michael Healy, managing director UK di IG.
Le Banche Britanniche Impongono Restrizioni agli Investitori Cripto
Circa un terzo degli intervistati a cui le banche hanno imposto restrizioni ha presentato reclamo, mentre più di un terzo ha cambiato banca del tutto.
L’opinione pubblica rimane divisa sul fatto che le banche debbano intervenire e limitare le transazioni legate alle criptovalute: il 42% degli adulti britannici che hanno partecipato al sondaggio si è dichiarato contrario a tali restrizioni, mentre circa un terzo si è detto favorevole.
Nel Regno Unito è legale per gli investitori negoziare criptovalute, ma esistono diversi ostacoli imposti da regolatori e banche riguardo a come trasferire fondi verso il settore. La normativa vigente stabilisce che solo le società registrate presso la Financial Conduct Authority (FCA) possano offrire servizi cripto in sterline. Inoltre, i trader retail non possono acquistare criptovalute tramite carte di credito o altre forme di denaro preso in prestito.
Le Banche High-Street Impongono Limiti Propri
Alcune banche britanniche sono andate oltre tali restrizioni, introducendo limiti propri e giustificandoli con la tutela dei consumatori e i rischi di frode.
Tra le banche che hanno bloccato depositi e acquisti di criptovalute ci sono Chase UK, NatWest e altre. I clienti colpiti lamentano di non avere più molte opzioni su come finanziare i propri conti presso gli exchange regolamentati.
Critiche alla linea conservativa del Regno Unito, giudicata poco adatta a competere su scala globale, sono arrivate anche dall’ex Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, oggi consulente dell’exchange statunitense Coinbase. Osborne ha evidenziato come esempio la quasi totale assenza di stablecoin ancorate alla sterlina.
A livello mondiale, le stablecoin hanno una capitalizzazione di mercato di quasi 300 miliardi di dollari. Al confronto, quelle ancorate alla sterlina rappresentano meno dello 0,001% di questo totale.
I Regolatori Britannici Allentano Alcune Restrizioni
Come parziale concessione, i regolatori britannici hanno indicato che allenteranno alcune regole. L’FCA aveva precedentemente vietato agli investitori retail di accedere agli exchange-traded notes (ETN) cripto, ma il divieto sarà revocato l’8 ottobre. Per alcuni osservatori, però, si tratta solo di un piccolo passo: sarebbero necessarie riforme più profonde per sbloccare davvero il potenziale dell’industria cripto nel Regno Unito.
Resta da vedere fino a che punto l’FCA e i regolatori britannici saranno disposti a spingersi. Per il momento, sono le banche a rappresentare l’ostacolo principale, imponendo restrizioni che continuano a limitare gli investitori.