Mossa lungimirante dell'Italia sulle cryptovalute
Gli asset digitali dal 1° gennaio 2023 verranno tassate in caso di cash out in fiat e di trasferimento a terzi, come per esempio per l’acquisto di beni o servizi.
Gli asset digitali dal 1° gennaio 2023 verranno tassate in caso di cash out in fiat e di trasferimento a terzi, come per esempio per l’acquisto di beni o servizi.

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Gli asset digitali dal 1° gennaio 2023 verranno tassate in caso di cash out in fiat e di trasferimento a terzi, come per esempio per l’acquisto di beni o servizi.
La normativa prevede che le conversioni cripto-cripto non generino materia imponibile e sancisce che le plusvalenze debbano essere annoverate tra i Redditi Diversi, pertanto con aliquota al 26%, ma con nessuna tassazione fino a 2.000 euro annui di plusvalenza.
La Legge di Bilancio definisce inoltre anche alcune linee guida per la regolarizzazione delle cripto attività che hanno avuto luogo prima della sua entrata in vigore e in particolare per quanto riguarda i soggetti che non hanno indicato quelle detenute alla data del 31 dicembre 2021 nella dichiarazione dei redditi, che potranno quindi regolarizzare la propria posizione.
Come sfruttare al meglio le opportunità
Per farlo è necessario pianificare l’eventuale futuro cash out per le proprie necessità, come, per esempio, acquisti privati; conversione in valuta fiat per detenzione sul proprio conto corrente; capitalizzazione della propria impresa in caso di soggetti imprenditori; estinzione di debiti personali o mutui bancari e simili.
Una volta definiti necessità e obiettivi, occorre procedere a una «revisione periziata» della propria posizione cripto e versare il 4,67% di imposta sostitutiva all’anno per 3 anni, ricordandosi di redigere un memorandum descrittivo dell’operazione di rivalutazione con data certa da conservare in caso di controlli.
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