Le forze dell’ordine russe, in collaborazione con le compagnie energetiche, hanno scoperto il più grande schema illegale di mining di criptovalute nella storia del paese, basato sull’utilizzo di elettricità rubata. Secondo diverse pubblicazioni locali e internazionali, i danni causati dalle attività del gruppo criminale hanno superato i 4 milioni di dollari solo negli ultimi mesi.
Le mining farm illegali operavano in diverse regioni della Russia, dalle zone industriali degli Urali alle aree scarsamente popolate della Siberia. Tutti gli impianti erano collegati alle reti elettriche bypassando i contatori. Venivano utilizzati cavi speciali nascosti sottoterra e soluzioni tecniche progettate per rendere difficile la rilevazione dei collegamenti illegali. L’attrezzatura era situata in hangar abbandonati, magazzini e nelle aree di ex fabbriche.
Perquisizioni, arresti e conseguenze: un caso che potrebbe cambiare la regolamentazione del mining in Russia
Durante le perquisizioni sono state sequestrate oltre 5.000 unità di apparecchiature per il mining di Bitcoin. In particolare, si tratta di dispositivi ASIC specializzati, operanti 24 ore su 24 con un elevato consumo energetico. Le compagnie elettriche avevano precedentemente rilevato forti sbalzi nel carico di rete, ma non erano riuscite a identificarne la causa prima dell’inizio di un’ispezione approfondita.
L’indagine è partita dalle segnalazioni di operatori locali dell’energia e da lamentele dei cittadini riguardo frequenti blackout. Un’analisi dei circuiti di alimentazione ha rivelato connessioni non autorizzate, portando FSB e Ministero degli Interni a intervenire. In alcuni casi, i miner si erano collegati direttamente alle sottostazioni, causando danni diretti alle infrastrutture e rischi per altri utenti.
Ci sono più di 30 sospettati, inclusi i presunti organizzatori dello schema criminale. Gli investigatori ritengono che i gruppi agissero in modo coordinato, con accesso a informazioni tecniche sulle linee elettriche, e che possano aver ricevuto aiuto da infiltrati. Sono stati aperti procedimenti penali per furto di elettricità, frode e imprenditoria illegale.
Gli esperti del settore energetico affermano che questo caso dovrebbe rappresentare un segnale per riformare il controllo sul mining nel paese. Sebbene il mining di criptovalute non sia vietato in Russia, l’assenza di una regolamentazione chiara e le basse tariffe elettriche favoriscono la crescita del settore sommerso.
La Duma di Stato sta già discutendo nuove proposte di legge per inasprire le regole per i miner. Si propone l’introduzione della registrazione obbligatoria delle mining farm, una licenza specifica e strumenti per monitorare i consumi energetici in tempo reale.
Secondo gli analisti, le azioni dei truffatori non solo minano l’economia e la sicurezza dei sistemi energetici, ma gettano anche discredito sui partecipanti legali del mercato crypto. Lo smascheramento di questo schema potrebbe rappresentare un punto di svolta nella definizione della futura politica di regolamentazione delle criptovalute in Russia.