Argentina e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo di principio per eliminare i dazi doganali su una parte significativa delle esportazioni argentine. I promotori dell’accordo sono stati il presidente argentino Javier Milei e l’ex presidente statunitense Donald Trump. Il documento prevede dazi pari a zero su circa 100 categorie di beni, tra cui prodotti agricoli e industriali.
Eccezioni all’Accordo
Fanno eccezione le forniture di acciaio e alluminio, che resteranno soggette a un dazio maggiorato del 50% per motivi di “sicurezza nazionale” degli Stati Uniti. Tuttavia, circa il 70-80% di tutte le esportazioni argentine verso gli USA potrà ora accedere al mercato americano senza restrizioni.
Questo storico patto commerciale dovrebbe favorire l’economia argentina aumentando i volumi di esportazione e creando nuovi posti di lavoro, specialmente nei settori agricolo e manifatturiero. Inoltre, dimostra un rinnovato legame economico tra i due Paesi, aprendo la strada a una cooperazione più profonda in ambiti come investimenti, tecnologia e infrastrutture. L’accordo ha già ricevuto reazioni positive da parte degli esportatori argentini e delle associazioni di categoria, che lo considerano un punto di svolta nella strategia commerciale globale del Paese.
Argentinian media reports that Javier Milei got a deal with President Trump for ZERO tariffs on 70-80% of Argentinian-US trade with 10% tariff for the rest.
— Daniel Di Martino 🇺🇸🇻🇪 (@DanielDiMartino) July 9, 2025
If true, Argentina would have the best treatment of any country by the U.S. https://t.co/QyyrXJinZj
Trattative Segrete
Il processo negoziale si è svolto in un clima di assoluta segretezza. Tutti i partecipanti hanno firmato accordi di riservatezza, e le discussioni si sono svolte in un ristretto gruppo di rappresentanti dei ministeri degli Esteri e del Commercio dei due Paesi. Si prevede che la firma ufficiale e la presentazione dell’accordo avverranno nei prossimi giorni.
Coinvolgimento Diretto dei Leader
Javier Milei ha svolto un ruolo chiave nel raggiungimento dell’accordo. La sua stretta relazione con Donald Trump, così come la convergenza di vedute su temi economici e di sovranità, hanno contribuito ad accelerare il processo. Il ministro degli Esteri argentino, Gerardo Werthein, ha condotto diversi round di consultazioni con i rappresentanti del commercio statunitensi, ottenendo concessioni concrete per il suo Paese.
Benefici per USA e Argentina
Gli Stati Uniti cercano di diversificare i propri partner commerciali nel contesto del confronto globale con la Cina. L’Argentina è vista come una fonte affidabile di materie prime, alimenti e componenti industriali. Per Buenos Aires, l’accordo apre l’accesso al più grande mercato di consumo del mondo e rafforza la fiducia nei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale, dal quale l’Argentina attende un nuovo prestito di circa 20 miliardi di dollari.
Critiche e Dubbi
Nonostante i vantaggi evidenti, l’accordo è oggetto di controversie in Argentina. I politici dell’opposizione ritengono che un’eccessiva apertura del mercato possa danneggiare i produttori locali. Inoltre, è incerta la garanzia che i dazi zero siano mantenuti nel tempo, soprattutto in caso di cambiamenti politici negli Stati Uniti.
L’ex presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner ha criticato duramente l’accordo. Ha definito inutile la visita di Milei negli USA e ha sottolineato come l’assenza di una foto congiunta con Trump indichi il reale livello delle relazioni bilaterali.
Una Nuova Alleanza Strategica
Nonostante le critiche, i sostenitori di Milei sono convinti che l’accordo getti le basi per una nuova alleanza strategica con gli Stati Uniti. In un contesto di difficoltà economiche e alta inflazione, ogni opportunità di espandere le esportazioni è vista come un passo nella giusta direzione.
L’accordo rappresenta un passaggio importante nella ridefinizione della politica estera argentina. La scommessa sul libero commercio e l’avvicinamento a Washington potrebbero aprire nuove opportunità economiche per il Paese, a patto che il governo riesca a mantenere l’equilibrio tra integrazione globale e protezione del mercato interno.